Domenica, 30 settembre 2018


Non dormivo qui da febbraio, quella volta ero nel lettone assieme a te: non dormii per nulla quella notte, preoccupata per te che ti lamentavi nel sonno. Non mi volevi nel tuo letto, mi avevi detto: guarda che poi non dormi... avevi ragione, come sempre. Ma non avrei dormito comunque e io ero andata lì con la sola intenzione di passare la notte affianco a te, nel bene e nel male.
Stamattina ho aperto gli occhi, ci ho messo qualche secondo per realizzare dove fossi, il mio vecchio lettino, la camera dei maschi che avevo conquistato con pazienza e tenacia.
Fosse stata una domenica di 16 anni fa mi avresti svegliato tu, con i rumori dalla tua cucina e l'aroma del caffè mixato con quello del sugo.
Oggi invece mi ha svegliato WhatsApp, con i messaggini del buon giorno del gruppo di famiglia. Nessun profumo, quell'altra strana di tua figlia non mi ha preparato neanche il caffè. Però il pappagallino cantava, cercava compagnia o forse chiamava te. Manchi pure a lui, al tuo Loreto, che in realtà si chiama Ted-esco.
Abbiamo fatto colazione e poi siamo uscite, senza lavare neanche le tazzine...chissà che avresti detto: ci voleva molto a lavare due tazzine?
Scusa ma', per tutte le tazzine che non ho lavato, scusa ma' per tutte le volte che facevo finta di lavare il bagno quando mi dicevi: se vuoi uscire prima devi lavare il bagno.
Scusa ma' per tutte le sigarette che ho spento nei vasi delle tue piante, scusa ma' se quella notte ho pregato il buon Gesù perché mettesse fine alle tue pene.
Scusa ma' se ogni volta che passo davanti al cimitero ti saluto da lontano, ti mando un bacio, ma non trovo il coraggio di entrare. Lo so starai pensando: belliscedda, si si, brava brava, neanche un fiore mi porta. Non ho il coraggio di farmi vedere da te, dopo tutti i casini che ho combinato nell'ultimo anno, anche se so che li hai visti da lassù.
Scusa ma se sono un po' cinica come te, scusa ma' se ancora ti penso, se ancora mi manchi.
Scusa ma'

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