Una di tante





Era il 1999, capitò la prima volta in quell'anno. Dicembre per la precisione.
Ne vennero altre, a gennaio, febbraio...
Se non ricordo male capitava per due volte al mese.
Non ricordo l'ultima, non ricordo quando finì. Forse è stato deciso di martedì, avvenne senza preavviso, non seppi che sarebbe stata l'ultima, altrimenti l'avrei celebrata, l'avrei segnata, l'avrei ricordata.
Credo siano trascorsi 15 anni oramai, ben 15 anni. Ora accadrà nuovamente, a tempo determinato ma accadrà nuovamente.

Sono molto emozionata, finalmente non mi sentirò in colpa con chi lo fa costantemente, non starò a testa bassa come di solito mi accade quando vado a fare la spesa ed arrivata alla cassa saluto sottovoce, come a dire scusa se sono qui a comprare il pane per il mio pranzo in famiglia mentre tu stai qui a lavorare e hai lasciato i tuoi cari soli per pranzo, sarà per questo che sbatti la mia spesa? Hai in mente solo i minuti che ti mancano alla tua mezz'ora di pausa pranzo con le colleghe?

Sono anche un po' spaventata, ho paura di non svegliarmi per tempo. Unico punto dolente, unica sofferenza, il pranzo: mi mancherà il mio vino della domenica e il brindisi di inizio pasto con mio marito. Mi mancheranno i bambini che litigano per l'ultimo goccio di Coca-Cola.
Ma soprattutto, di questa domenica lavorativa, dopo 15 anni, mi mancherai tu: mia cara pennichella.

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