Bomba

Caprera, museo Garibaldi - foto di Mauro Porcu 

Bocca e testa pieni di "se avessi" , pieni di "ma forse" , colma di frasi iniziate con "col senno di poi"
Tante strategie per sopravvivere, per resistere, per risollevarsi, per andare avanti, per non buttarsi sotto un treno.
Dai la colpa al destino, all'effetto farfalla: fai una scelta, una marea di eventi ti sommerge e pensi che sia tutto dovuto al quel momento, quel momento in cui hai detto: ma si, mi butto!


E dopo un anno ti guardi allo specchio, metti su una maschera al carbone, ti rilassi 20 minuti.
Poi la tiri via, convinta di tirar via tutte le impurità, tutte le scorie. Ti sciacqui il viso, la pelle liscia al tatto, poi ti rivedi riflessa nello specchio.
Sei sempre tu, qualche ruga in più, capelli più corti ma neanche un capello bianco, l'unico che avevi due anni fa è fuggito via, si arreso.
Sei sempre tu, nonostante tutto.
Sei sempre tu con un buco in mezzo al cuore. Con una bomba nel petto che sta lì da 30 anni o forse più. Da quel giorno che ti sei sentita avvilita, abbattuta dallo sguardo della prof che ti aveva messo dalla parte dei mediocri, dei poveri, dei vuoti, dei superficiali, che non ti aveva capita, che non ti aveva aiutato ad alzarti ma educatamente ti aveva tenuto a terra, nella tua strada, nella tua via, convinta che tu non potessi volare. Come le mille volte che ti sei sentita ad un passo dal primo volo, invece niente, hai ripiegato le tue ali, disinnescato la bomba e sei tornata indietro, in basso, nella tua strada, nella tua via.
La senti ogni giorno quella bomba, tic, tac, tic, tac, vorresti farla esplodere ma ogni volta che ti senti pronta... Il destino o una farfalla ti ferma.
Ti dici: prima o poi, presto o tardi lo farai, il botto.
O forse morirai con una lenta e silenziosa implosione e sul letto di morte, due secondi prima di spirare, ai tuoi nipoti dirai: potevo fare grandi cose... poi tutto finirà, sarai libera di aprire il cancello del tuo cuore, far esplodere quella bomba e finalmente potrai volare.
Fine