Una domenica...


Stava lì sola soletta su quel balcone, con gli occhi chiusi ad ascoltare il rumore dei motori delle auto, lo stridere delle gomme sull'asfalto rovente di agosto.
Pensava a chi in quello stesso momento stava in riva al mare ad ascoltare il suono dell'acqua quando incontra la sabbia della riva e poi inevitabilmente torna indietro, per poi ricominciare di nuovo, avanti indietro, è questo il suo destino.
Quale è il mio destino pensava, quando apriva gli occhi e vedeva le auto che passavano.
Stare lì a contare quante auto rosse, quante bianche, quante nere? A contare quante auto in una corsia e quante nella corsia opposta?
Loro si muovevano, lei no.
Era più semplice stare immobile, tanto da sentire le gambe intorpidirsi, era più interessante pensare alla vita degli altri, a dove andavano gli altri piuttosto che pensare a dove sarebbe andata lei.
Che avrebbe fatto, dove sarebbe andata quando avrebbe avuto un auto, con chi... e iniziava a sognare.
Sognava un auto rossa, non troppo grande, forse una panda...a volte un solo amico assieme a lei, a volte tanti. Sognava di portare un vestito leggero, un cappello di paglia, niente occhiali da sole, niente filtri per vedere la vera luce in ogni cosa, in ogni persona.
Sognava di arrivare in spiaggia, una quasi deserta, giusto una coppia di anziani che stavano sotto l'ombrellone, lui che legge il giornale, lei che fa un cruciverba. Poi una giovane coppia con un bimbo e un cane, grande, color miele. Il bimbo fa una buca assieme al suo papà, il cane sta disteso all'ombra vicino alla mamma, lei scrive qualcosa, forse il suo diario, forse la lista della spesa.
Sognava di sistemare il suo asciugamano dietro ai vecchietti, togliere il vestito e andare verso il mare. L'acqua limpida e non troppo fredda, niente tuffi non li sa fare neanche nei sogni...quando l'acqua raggiunge il suo petto allora si volta e si distende sulle docili onde, sta a galla e guarda il cielo e le poche nuvole bianche come il latte, poi il sole ma la sua luce è troppo forte, allora immerge anche la testa, sta sott'acqua pochi secondi, poi di nuovo ma un po' di più.
Quando risale in superficie si sente osservata, poi il mare diventa mosso, si volta verso l'orizzonte, c'è qualcuno che nuota con forti bracciate. In pochi istanti arriva vicino a lei, fa un tuffo e mentre sta per mostrare il suo viso, lei si volta, sente una voce che la chiama: Franciiii, Franca, Francescaaaa!
Una voce che si trasforma in una secchiata d'acqua gelida sul viso...
Apre gli occhi, si guarda intorno, niente mare, niente spiaggia, solo la statale e nessuna macchina, solo lo stretto balcone, niente costume da bagno, niente vestitino, solo una maglietta e un pantaloncino.
Di nuovo la voce: Franciiii vieni a preparare la tavola!!!

Sarà questo il suo destino?

Commenti

  1. Il tuo non lo so, ma il mio si, e quello di apparecchiare la tavola per tante persone.
    Del resto i tuoi sogni non possono essere gli stessi di una figlia unica😂😂

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    1. forse ti ho riconosciuta, comunque è stato pure il mio destino 🤦🏻‍♀️

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  2. Francii .....e stato il destino di molti figli ad apparecchiare la tavola.e lo sarà ancora.Ti mando un bacio e un abbraccio.

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