Luce
Pattada - foto di Mauro Porcu |
Dai forza, poggia le tue mani sul gradino in alto e poi un piede sul gradino in basso, bene così. Ora l'altro piede, perfetto. Si, continua, braccia, mani, piedi.
Perché ti sei fermata?
Manca un solo gradino, non so, ho paura.
Perché? Paura di che?
La luce la' fuori sarà bella e forte e ricca di speranza come appare quaggiù?
No amica mia, no. La luce che vedrai quassù sarà diversa, meno intensa, la vedrai sulle cose che illumina, ti accorgerai della sua forza da ciò che illuminerà e dalle loro ombre, si amica: più l'ombra è scura, più la luce è intensa!
Ma l'oscuro ce l'ho già quaggiù.
Non c'è luce senza ombra amica mia.
Allora resto qui a contemplare questa luce, ancora per un po', ad ammirare la speranza finché la notte non la spegnerà.
Ogni giorno è così amica mia, non uscirai mai dal tuo rifugio quindi?
Non sono pronta amica mia, sto serena qui. La speranza ogni giorno mi sveglia e illumina l'oscuro mio che sta quaggiù, poi arriva la notte e tutto è buio, anche io.
Ma sarà così per sempre amica mia!
No, non credo amica cara. Un giorno uscirò, salterò anche l'ultimo gradino. Quando la luce sarà solo luce, quando avrò tanta luce dentro da non aver bisogno di sperare.
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