Schiaffoni
Oggi è andata così, qualcuno si è preoccupato per i miei pensieri grigi: in generale va tutto bene, a parte il grigio che ogni tanto sta sopra i miei occhi neri. Li sento strani oggi, come se avessi pianto per ore, ho pianto si, ma solo dentro...come se mi avessero preso a schiaffi ma senza dare la soddisfazione di far vedere le mie lacrime.
Ad aggiungere nero sul mio grigio ci ha pensato un giovane adolescente, offeso per le scelte che ho preso per lui; ora è tempo delle contestazioni, presto o tardi capira' che le mie scelte hanno come unico fine il suo bene?
Perché da adulti ci si dimentica della propria gioventù? Forse perché rivalutiamo le scelte che altri avevano preso per noi? Le avevamo contestate pure noi...ora non lo ricordiamo più o semplicemente ora le capiamo e le condividiamo?
Ma starò facendo davvero bene? Solo il tempo potrà rispondere al mio tormento... o un bravo terapista.
Ripensando alla gioventù penso a tutti i NO che ho sentito e agli schiaffoni ricevuti.
Una grande insegnante dice che se un genitore arriva alle mani è perché non ha strumenti per mettere fine ad un capriccio o per far capire al bambino che sta sbagliando, lo schiaffone non è né utile né educativo.
Mia mamma e le altre di quei tempi ritenevano invece che fosse il primo e unico strumento educativo se le minacce di morte non venivano prese sul serio dal bambino. Dopo lo schiaffone si poteva dialogare.
Il dialogo post schiaffone tra noi era così:
Io: ma' perché non posso?
M: perché si
Io: perché perché si? Al massimo perché no!!
Il suo viso si trasformava, buttava fuori il fiato dal naso come un toro e io all'improvviso capivo tutto!!
In realtà ricordo pochi colpi, tante minacce quelle si!! Evidentemente facevano subito presa su di me. Una volta volevo a tutti costi andare giù a giocare in cortile, lei non ricordo perché me lo aveva vietato. Suonò il citofono, la mia amica chiese perché non potessi andare giù a giocare, io risposi perché mamma non vuole che giochi con te!! Cazzarola... arrivò da me come una furia, che figura le avevo fatto fare!! io mi rifugiai sotto il tavolo della cucina, ma la sua mano mi raggiunse ugualmente. L'altro schiaffone che ricordo fu pure l'ultimo: arrivò che avevo 22 anni ed era stato promesso, fu indolore perché glielo concessi senza protestare, era un atto dovuto.
Io le avevo detto che uscivo, andavo a mettere il piercing nell'ombelico, lei non mi prese sul serio e disse - si, vai vai, poi quando rientri ti do una bussinara. E così fu, mi diede uno schiaffone, lei manteneva sempre la parola!!
Ai miei figli schiaffoni non ne ho dato, sculacciate si qualcuna, lo confesso; minacce molte e pure di recente. Quando mi chiedono perché, io non rispondo: perché si! come faceva lei, ma cerco una valida motivazione, poi loro rinunciano per sfinimento, giusto per farmi stare zitta. Ma ogni volta mi fermo a pensare: che ricorderanno da grandi di me?
Che ricordate delle vostre bussinarasa?
Bussanarasa non ne ricordo! !
RispondiEliminaRicordo molto bene i NO....
Erano decisi.. Non c'erano ripensamenti.. Neanche valeva la pena insistere perché era così e basta.... ❤️
bei tempi...
EliminaBussinarasa schiaffi pantofole e quant'altro voleva dire rispettare la sua decisione,oggi non e cosi forse sbagliamo col tempo vedremo i risultati.Ti mando un bacio e un abbraccio.
RispondiEliminaattendiamo fiduciosi allora 🙏🏻
EliminaChe ricordi? Ricordi precisi e limpidi di quella "muffittuna" come se l'avessi presa ieri e non ventotto anni fa! Dissi a mia madre che mio padre era "sempre il solito" senza aggiungere altri aggettivi e in tono critico ma timido....Mamma ha mani da uomo: grandi e carnose, oltre a braccia possenti. La moffa che mi stampò quella volta fu da manuale, da insegnarla tecnicamente in una masterclass per mamme ceffonatrici! Ebbi uno strappo del collo oltre ad un senso di stordimento e un bruciore lancinante
RispondiEliminaAhi ahi
Elimina