La pentola d'oro
In Irlanda, una leggenda narra che dove finisce un arcobaleno ci sia la pentola piena d’oro di uno gnomo lì a guardia del suo tesoro.
Per me la pentola d'oro era quella che zio Franco, fratello di papà, ci restituiva, stracolma di giuggiole e caramelle. Lui aveva un negozietto vicino a casa nostra, lo chiamavano il bombolaio, cioè a volte qualcuno mi chiedeva: sei la nipote del bombolaio?
In realtà vendeva pure caramelle varie e il vino sfuso, quello della cantina sociale di Santadi, una volta mi ci aveva portato proprio lì, un piacevole viaggio di lavoro!!! Tra papà bevitore e zio "vinaio" capite perché mi piace il vino.
Torniamo alla pentola, mamma preparava minestrone ed altre pietanze in quantità industriale e qualche volta ne metteva un pò da parte per lo zio, io mi calavo nella parte di Cappuccetto Rosso e seguendo le sue raccomandazioni, andavo prudente nel marciapiede di destra, non passavo sotto i portici dove c'era il bar di Mxxxxi dove ogni tanto circolavano persone poco raccomandabili, non mi fregavano a me li lupi!! tiravo dritta e arrivavo sana e salva da zio.
Lui era super felice di vedermi e di vedere il pentolino fumante, all'epoca non si usavano i contenitori ermetici, portavo proprio una vera pentola con coperchio, avvolta in un panno a quadretti, i classici "asciugapiatti" se vogliamo dirla alla sarda.
Visto che stavo lì ne approfittavo per scroccare qualche dolcetto e lui ne approfittava per farmi sbrigare dei lavoretti, stavo alla cassa oppure riempivo di vino le damigiane dei clienti con le pistole delle botti, compilavo le bolle di consegna delle bombole che uno dei suoi commessi del momento si apprestava a consegnare a domicilio. Oppure sistemavo le bombole vuote, era piccola ma forzuta. Pensavo che anch'io prima o poi avrei fatto la bombolaia, buona parte dei miei fratelli hanno lavorato con zio Franco e le sue bombole. Lavorare da lui mi pareva un rito di passaggio, una tappa obbligatoria per raggiungere la maturità, ora direi che era il classico lavoretto da studenti, ricordo uno studente che ha lavorato da lui per un pò, Lorenzo mi pare...
Mi mancano quelle caramelle, mai manca vedere zio Franco li a tribolare con i conti e i clienti, ora sta a tribolare con i suoi acciacchi e la tecnologia. Negli ultimi anni l'ho trascurato molto, nell'ultimo soprattutto, ma so che sta al sicuro con le cure di Mario.
Allo zio bombolaio preferisco quello attuale però, ho scoperto un nuovo zio, poeta e romanziere, sensibile, altruista e generoso lo è sempre stato.
Mi emoziono quando mi scrive delle mail dei suoi più cari ricordi, preziose testimonianze per me; è pure su Facebook e Whatsapp, immagino quanto sia faticoso per lui, me ne rendo conto per il tempo che intercorre tra il suo "zio franco sta scrivendo" e la notifica del suo messaggio, forse è il caso che vada da lui e gli insegni ad usare le note vocali o il riconoscimento vocale di google. Ma in realtà preferisco i classici messaggi, i testi scritti hanno una altra poesia e posso rileggerli quando voglio.
E' il fan numero uno di questo blog e veglia sui miei scritti, mi aggiorna ogni tanto sul numero dei visitatori e mi invia le sue recensioni, sono felice che li apprezzi e che riesca ad emozionare pure lui.
Scusate, ma non mi va di scrivere tanto altro su di lui, ci tiene alla sua privacy e non vorrei metterlo in imbarazzo, sappiate solo che se sono così è pure merito suo (o colpa?).
A presto,
la tua piccolina...come mi chiami tu
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RispondiEliminaMitico quel negozio un po casa un po incasinato
RispondiEliminae stato grande a anche piccolo quel Signore ,
ha dato molto per la comunita'.Sei stata gentile ricordare quegli anni.
Ti mando un bacio e un abbraccio.
se lo merita, un bacio anche a te 🧡
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